Carenza di vitamina K: 3 sintomi che segnalano il deficit e gli alimenti che aiutano a soddisfare il fabbisogno quotidiano di questa sostanza essenziale

La vitamina K è preziosa per la coagulazione del sangue, quindi una carenza di vitamina K anche se rara mette a repentaglio la salute. Questa sostanza è infatti fondamentale per il processo di coagulazione del sangue attraverso il quale si innesta il meccanismo che assicura alle ferite sia all’esterno che all’interno del nostro corpo di rimarginarsi rapidamente, ed anche di non morire dissanguati. Poiché la vitamina K attiva i fattori di coagulazione necessari per questi processi, una sua carenza può avere gravi conseguenze.

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Un rischio che si può scongiurare con una dieta equilibrata che include fonti della sostanza. Talvolta l’assunzione di alcuni farmaci, una dieta squilibrata e le malattie infiammatorie croniche intestinali (celiachia, morbo di Crohn, colite ulcerosa) possono causare una carenza di vitamina K. Ci sono 3 sintomi rivelatori che indicano questo deficit, nel caso di malattie infiammatorie intestinali sarebbe opportuno sottoporsi ad un esame emocromocitometrico per determinare i livelli di vitamina K.

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I sintomi rivelatori della carenza di vitamina K

Uno dei primi sintomi che segnala una scarsa presenza nell’organismo di questa sostanza è la periodica manifestazione di sanguinamento delle gengive, in quanto la coagulazione del sangue risulta alterata dal deficit. A causa della mancanza di vitamina K, le piastrine del sangue non possono più chiudere adeguatamente le ferite e si verifica un aumento del sanguinamento delle gengive o del sangue dal naso ed anche dalle piccole ferite. Nei neonati si può registrare il cosiddetto sanguinamento da carenza di vitamina K entro le prime dodici settimane, per tale motivo si segue la profilassi con vitamina K dopo il parto.

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Un secondo sintomo che rivela la carenza di vitamina K è la comparsa frequente di lividi: il segno di un sanguinamento interno che si evidenzia con la comparsa di lividi sotto la pelle. Diventa pericoloso se la carenza si verifica insieme alla presenza di un’ulcera allo stomaco, poiché possono verificarsi gravi emorragie interne.

Carenza di vitamina K sintomi

Un terzo sintomo associato al deficit è la fragilità delle ossa, dal momento che si tratta di una sostanza essenziale per la salute delle ossa. Insieme alla vitamina D ed al calcio, la vitamina K favorisce l’accumulo di massa ossea, ma inibisce anche l’attività dei cosiddetti osteoclasti che abbattono la sostanza ossea e promuovono l’osteoporosi. I ricercatori della Harvard Medical School hanno scoperto nel corso di uno studio su oltre 72.000 donne, che le partecipanti con i livelli di vitamina K più bassi avevano un rischio significativamente maggiore di fratture.

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Cosa mangiare per scongiurare la carenza

Per prevenire e sopperire ad un simile deficit si raccomanda il consumo quotidiano di lattuga e di altre verdure verdi, delle preziose fonti della sostanza che aiutano a contrastare in modo efficace questo rischio.

Tra gli altri alimenti nei quali sono presenti elevati livelli della sostanza che contribuiscono a soddisfare il fabbisogno giornaliero di vitamina K si raccomandano anche: cavolo, spinaci, rucola, broccoli, cavolfiore crauti, yogurt ad alto contenuto di grassi; ricotta.

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