Il futuro delle campagne di immunizzazione prevede il ricorso a vaccini orali: un’azienda israeliana sta sviluppando un vaccino anti Covid-19 sotto forma di capsula per il quale non c’è bisogno di un’iniezione o di personale medico. Una modalità che potrà favorire la campagna vaccinale e facilitare la consegna a domicilio del vaccino.
La società farmaceutica israeliana Oramed si appresta a lanciare la sua prima sperimentazione clinica su Oravax, come annunciato dal suo capo Nadav Kidron all’AFP. Con solo il 15% della popolazione mondiale completamente vaccinata, la lotta contro la pandemia non è terminata, ed i vaccini orali potrebbero facilitarla soprattutto nei Paesi in via di sviluppo alle prese con problemi di logistica che remano contro le campagne di vaccinazioni. Inoltre il vaccino anti Covid-19 sotto forma di capsula potrebbe fornire una spinta all’immunizzazione nei Paesi ricchi, dove la paura delle iniezioni è un fattore che porta alla riluttanza a vaccinarsi.
Secondo un recente sondaggio, quasi 19 milioni di americani che non vogliono essere vaccinati accetterebbero di farlo sotto forma di pillola se esistesse. Tra gli altri vantaggi segnalati ci sono la riduzione nella produzione di rifiuti di plastica ed anche meno effetti collaterali. “Perché il vaccino funzioni davvero bene, il maggior numero possibile di persone deve prenderlo” – ha affermato Nadav Kidron. Nonostante si sono rilevati diversi aspetti positivi, per ora solo teorici, pochi vaccini orali hanno avuto successo, dal momento che principi attivi tendono a non sopravvivere passando attraverso il tratto digestivo. Fanno eccezione i vaccini per le malattie trasmesse per bocca o per via digerente come testimoniato dal vaccino contro la poliomielite.
Le potenzialità dei vaccini orali: la formulazione del vaccino anti Covid-19
L’azienda Oramed, fondata nel 2006, crede di aver superato gli ostacoli tecnici dei vaccini ad uso orale sviluppando una capsula in grado di sopravvivere all’ambiente altamente acido dell’apparato digerente. Oramed prima della pandemia ha sviluppato una tecnologia per la somministrazione di insulina orale, dando vita ad un farmaco salvavita per i diabetici, che prima dovevano ricorrere esclusivamente alle costanti iniezioni.
Secondo l’azienda, la sua tecnica, sviluppata con il premio Nobel per la chimica Avram Hershko, che fa parte del suo comitato consultivo scientifico, protegge l’insulina orale con una capsula il cui rivestimento si degrada lentamente. La capsula rilascia anche molecole che impediscono agli enzimi di attaccare l’insulina nell’intestino tenue. L’insulina orale è stata sperimentata su centinaia di pazienti nel corso di studi clinici negli Stati Uniti raggiungendo la studio di fase III. A sua volta l’azienda ha deciso di utilizzare lo stesso meccanismo per formulare i vaccini orali contro il Covid (Oravax).
Per attivare la risposta immunitaria, gli scienziati hanno sviluppato particelle sintetiche simili al Coronavirus che imitano la proteina “Spike”, la proteina dell’involucro e la proteina di membrana del virus. La maggior parte dei vaccini attualmente autorizzati, come Pfizer o AstraZeneca, si basano sulla sola proteina Spike, il che li rende meno efficaci nel tempo, perché la proteina Spike del virus è soggetta a mutazione. Prendendo di mira più parti del virus, il vaccino Oravax potrebbe dimostrarsi resistente alle varianti. La società ha chiesto il permesso di avviare sperimentazioni in diversi Paesi e Nadav Kidron prevede che i vaccini orali possano avere un ruolo decisivo nei Paesi in via di sviluppo che non hanno acquistato abbastanza vaccini al momento.