Una ricerca pubblicata sulla rivista Cell Stem Cell ha illustrato i dati di un’indagine svolta da alcuni studiosi americani, secondo i quali il Covid-19 può infettare le cellule superficiali dell’occhio.
In base alle conclusioni degli studiosi è possibile che il virus SARS-CoV-2 entri nel corpo attraverso gli occhi, scardinando così le tesi iniziali secondo cui si presumeva che il Covid fosse principalmente una malattia respiratoria. Oggi diverse indagini hanno dimostrato che il SARS-CoV-2 è capace di danneggiare diversi distretti anatomici, aggredendo organi e tessuti.
Leggi anche: Covid, 4 sintomi a cui prestare particolare attenzione nel caso in cui si contrae il virus dopo la vaccinazione
Secondo il team di ricerca, guidato da Timothy Blenkinsop, MD, e Benjamin Tenoever, Ph.D., professori presso la Icahn School of Medicine sul Monte Sinai a New York, l’agente eziologico del Covid-19 può infettare direttamente le cellule dell’occhio. I risultati raccolti dal gruppo di lavoro americano mostrano che l’occhio rappresenta una porta di ingresso per il virus per entrare nel corpo umano. La ricerca pubblicata sulla rivista Cell Stem Cell ha quindi sottolineato che l’infezione può diffondersi non solo attraverso i polmoni, come si presumeva in precedenza. Ma non è ancora chiaro come si può spiegare in modo esauriente un’infezione attraverso gli occhi.
Il Covid-19 può infettare le cellule superficiali dell’occhio: la ricerca
Per giungere alle loro conclusioni, i ricercatori hanno utilizzato campioni di cellule di pazienti Covid-19 deceduti, ma anche colture cellulari e modelli organoidi dell’occhio, per determinare se il virus può infettare le cellule e quali punti di ingresso potrebbe utilizzare. Così hanno appurato che possono essere infettate le cellule superficiali dell’occhio, osservando che le cellule esposte al patogeno contenevano proteine associate all’infezione come ACE2 e TMPRSS2, un enzima che consente al virus di entrare nella cellula, come precisato dai ricercatori.
L’esposizione al Covid-19 è stata in grado anche di inibire la proteina IFN, che ha capacità antivirali ed antibatteriche. I ricercatori hanno inoltre scoperto che il limbus, ovvero la zona di confine tra la cornea e la sclera, risultava nel campione esaminato particolarmente soggetto ad infezioni; mentre la cornea centrale lo era di meno.
Simili risultati hanno molte implicazioni sul tema della prevenzione contro il Covid-19 e contribuiscono a supportare le più recenti regole di protezione degli occhi, che si sono raccomandate in tutto il mondo per difendersi dalla pandemia.