Come ribadito dal mondo medico, i vaccini anti Covid-19 non proteggono dal virus in modo assoluto ma attutiscono i sintomi associati all’infezione, per questo motivo anche i vaccinati, sottoposti ad una doppia somministrazione del siero possono essere infettati. I vaccini hanno quindi la capacità di ridurre il legame tra infezione e ricovero o decessi. Una recente ricerca riferisce che i soggetti completamente vaccinati tendono a manifestare un solo sintomo del Coronavirus: si tratta del disturbo più comunemente lamentato in caso di infezione.
Uno studio pubblicato sulla rivista Nature ha scoperto che una seconda dose di vaccino Covid induce un potente impulso nel sistema immunitario che assicura un’ampia protezione antivirale. Malgrado ciò i vaccinati possono venir colpiti dai sintomi del Coronavirus, in particolare vi è un sintomo lamentato in modo univoco dalle persone sottoposte a doppia somministrazione.
Vaccinati: un solo sintomo del Covid-19 si manifesta più frequentemente in loro se contraggono il virus
Questo dato è stato segnalato per la prima volta dallo studio del King’s College di Londra nel mese di maggio. I ricercatori del King’s College hanno analizzato i dati dei partecipanti che hanno registrato i loro sintomi, test e vaccini sull’app UK ZOE COVID Symptom Study tra l’8 dicembre 2020 e il 14 maggio 2021. In questo campione hanno fatto parte 1.102.192 individui che erano stati vaccinati. Nello specifico si sono esaminati 2.278 adulti positivi al Covid dopo la vaccinazione, i quali sono stati messi a confronto sia con adulti vaccinati risultati negativi sia con adulti non vaccinati risultati positivi.
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Il team si è concentrato sulle infezioni sorte a distanza di più di 14 giorni dopo la somministrazione della prima dose del vaccino Pfizer oppure AstraZeneca, quando l’immunità inizia a svilupparsi, come emerso dai risultati di uno studio pubblicato su Lancet. Lo studio ha rilevato che gli starnuti rappresentavano “l’unico sintomo più comunemente riportato nelle persone vaccinate contro il Covid-19”. In generale, è emerso che la natura dei sintomi era simile a quella degli adulti non sottoposti a vaccinazione (anosmia, tosse, febbre, mal di testa e stanchezza).
I fattori di rischio che espongono all’infezione le persone vaccinate
Comunque è stato confermato che la vaccinazione ha la capacità di ridurre la gravità dei sintomi, quindi tutti i sintomi tendono a comparire in forma più lieve o vengono riferiti dai soggetti vaccinati con meno frequenza. In particolare le persone vaccinate hanno la metà delle probabilità di manifestare sintomi multipli nella prima settimana di malattia. Lo studio ha anche concentrato l’attenzione sui fattori di rischio che espongono maggiormente alla possibilità di contrarre l’infezione dopo la vaccinazione.
Gli individui che avevano condizioni di salute che limitavano la loro indipendenza, come la fragilità, erano più a rischio di essere infettate dopo la vaccinazione e di ammalarsi. L’età da sola, invece, non sembrerebbe costituire un fattore di rischio. Gli adulti che vivevano in aree più povere si sono confermati tra i soggetti più a rischio di infezione, nonostante la vaccinazione, anche quando adottavano dei comportamenti sanitari. L’infezione negli individui vaccinati è risultata meno frequente in chi seguiva uno stile di vita sano (dieta bilanciata, normale indice di massa corporea).
I risultati dei diversi studi in materia hanno evidenziato che gli adulti fragili in contesti residenziali sono tra i soggetti più a rischio di infezione, per questo è necessario seguire delle strategie ad hoc tra cui: un programma di richiamo vaccinale tempestivo, misure mirate di controllo delle infezioni e ricerche sulla risposta immunitaria alla vaccinazione.