I vaccinati più a rischio di sviluppare forme gravi di Covid: chi sono e perché ci si può ammalare con due dosi di vaccino

Uno studio israeliano ha rilevato che anche i soggetti vaccinati sono esposti al rischio di ammalarsi di forme gravi di Covid, e tra i soggetti che finiscono in ospedale a causa del virus ci sono soprattutto alcune categorie di persone.

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Secondo i più recenti dati Iss, con la doppia dose del vaccino si può contare su una protezione dell’88% contro il virus, ma sono più significativi i dati relativi alla copertura offerta contro l’eventualità di un ricovero in ospedale ed in terapia intensiva, ma si scongiurando anche il rischio di decesso a causa del virus. In sostanza, l’Istituto Superiore di Sanità ha tenuto a precisare che più il virus circola e più alto è il pericolo che sia in grado di infettare i soggetti a rischio di malattia grave anche se vaccinati, un fattore che espone ad un’altra criticità: la nascita di nuove varianti.

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I vaccinati più a rischio di sviluppare forme gravi di Covid

La casistica dei contagi tra i vaccinati è stata definita “effetto paradosso” in quanto tra vaccinati e non vaccinati il numero di infezioni, ospedalizzazioni e decessi può essere analogo, anche se si registra l’incidenza leggermente più bassa nei vaccinati.

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Alcune persone sebbene si siano sottoposte a vaccinazione con due dosi possono ammalarsi gravemente, in seguito ad infezione come rilevato da i dati di un’indagine svolta in Israele. Un gruppo di medici israeliani sotto la guida del professor Tal Brosh, capo dell’Unità Malattie Infettive presso il Samson Assuta Ashdod Hospital specifico, ha rilevato chi sono coloro che hanno una più alta probabilità di ammalarsi seriamente. Nel corso della loro ricerca hanno analizzato 152 pazienti vaccinati ricoverati in 17 ospedali, dopo aver contratto il Covid a distanza di più di 7 giorni dalla seconda dose della vaccinazione.

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Anche se la casistica di persone vaccinate che contraggono il virus in forma grave è alquanto bassa, è stato possibile evidenziare che quasi tutti i pazienti presentava comorbilità: il 71% soffriva di ipertensione; il 48% di diabete; il 40% era immunocompromesso; il 27% soffriva di insufficienza cardiaca congestizia, il 24% presentava malattia renale cronica o malattia polmonare cronica; il 24% era colpito da cancro; il 19% presentava demenza. Il professor Tal Brosh illustrando i dati della ricerca ha spiegato: “Se sei più anziano e soffri di patologie e hai molte comorbilità o sei immunocompromesso non puoi dare per scontato che sarai ben protetto dal vaccino. Quando il virus circola molto nella comunità devi stare molto attento”.

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