La sperimentazione non si ferma in tutto il mondo, alla ricerca di un antidoto contro il Covid, e tra le strade battute dai ricercatori ci sono anche le terapie anticorpali per ora approvate solo negli Stati Uniti, ed un recente studio ha focalizzato l’attenzione sugli anticorpi dei lama (Camelidi).
I ricercatori hanno esaminato gli anticorpi di lama ed alpaca identificando un nano-anticorpo sintetico in grado di bloccare il Coronavirus. Un studio firmato dai ricercatori dell’European Molecular Biology Laboratory (EMBL) di Amburgo e pubblicato sulla rivista Nature Communications.
Si tratta di specifici anticorpi che svolgono un ruolo essenziale nella risposta immunitaria in quanto si legano al virus e gli impediscono di entrare nella cellula ospite, così l’agente virale viene reso innocuo. Secondo le conclusioni dei ricercatori questo micro anticorpo è in grado di neutralizzare efficacemente il virus Sars-Cov-2 in vitro. Il gruppo di ricerca guidato da Ram Sasisekharan, che ha inoltre pubblicato uno studio sul New England Journal of Medicine, ha analizzato i cosiddetti nanobodies: gli anticorpi di lama ed alpaca.
Gli anticorpi dei Camelidi hanno diversi vantaggi rispetto agli anticorpi umani: sono molto più piccoli e più semplici da costruire, per questo possono penetrare più in profondità nel tessuto, in modo da neutralizzare il Covid. Questi anticorpi sintetici poi sono più facili ed economici da produrre. Nell’esperimento, gli animali sono stati infettati dal Coronavirus ed i loro anticorpi sono stati isolati dal sangue: due di essi sono stati fusi l’uno con l’altro appurando così il loro effetto neutralizzante.
Covid, l’effetto neutralizzante degli anticorpi dei Camelidi sul virus
I dati raccolti dal team di ricerca dimostrano che gli anticorpi fusi potrebbero rappresentare un’alternativa migliore agli anticorpi convenzionali per i pazienti affetti da Covid. Di fatto il nano-anticorpo sintetico, ispirato a quelli trovati nel sangue dei Camelidi, identificato dai ricercatori dell’European Molecular Biology Laboratory assicura una soddisfacente risposta immunitaria nei confronti del virus negli uomini.
Questo mini anticorpo chiamato sybody 23 (Sb23) ha dato prova di avere un’elevata affinità di legame nei confronti di una componente della proteina Spike che si lega al recettore Ace2, attraverso cui il virus infetta le cellule umane.
Per comprendere come Sb23 sia in grado di entrare in contatto con il dominio virale, i ricercatori hanno analizzato il legame mediante una tecnica su scala nanometrica detta diffusione dei raggi X a basso angolo. Così hanno analizzato la capacità degli anticorpi dei lama di bloccare il dominio Rbd. Per appurare se Sb23 potesse inibire Sars-Cov-2, i ricercatori hanno utilizzato un agente virale diverso: il lentivirus, modificato in modo da trasportare la proteina Spike di Sars-Cov-2 sulla sua superficie.
Il team di ricerca in solo tre settimane ha raggiunto un tale risvolto utilizzando una libreria sintetica di nano anticorpi. Secondo gli studiosi si tratta di un risultato promettente: “Questo nuovo studio evidenzia la possibilità di compiere grandi passi nella ricerca dei nano-anticorpi in un lasso di tempo relativamente breve, contribuendo a spianare la strada allo sviluppo di più farmaci a base di nano-anticorpi”.