Un team di ricerca composto da studiosi provenienti da tre Paesi ha rivoluzionato la medicina, annunciando la creazione del primo neurone artificiale in grado di aiutare a curare l’Alzheimer.
Un lavoro firmato da alcuni scienziati del Regno Unito, della Svizzera e della Nuova Zelanda, che insieme hanno sviluppato un chip di silicio con i primi neuroni artificiali. Un’invenzione che fa ben sperare visto che mira a favorire la cura di malattie come: l’Alzheimer, l’insufficienza cardiaca ed altre malattie degenerative neuronali.
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I ricercatori che sono riusciti a compiere una simile impresa epocale hanno affermato che il chip potrebbe iniziare ad essere utilizzato nei pazienti ai quali è stata diagnosticato l’Alzheimer, con lo scopo di riattivare i loro neuroni, riducendo il rischio di insufficienza cardiaca e mantenendo funzionali i neuroni.
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Il primo neurone artificiale: le spiegazioni dei ricercatori
“Abbiamo costruito modelli in silicone di neuroni ipocomplicati e neuroni respiratori nella loro corteccia interna. I neuroni biologici hanno generalmente un comportamento elettrico molto complicato. È molto difficile misurare il flusso di canali ionici all’interno di questi neuroni” – ha spiegato il professor Alain Nogaret, dell’Università di Bath.
Parlando di questa rivoluzionaria invenzione lo studioso si è soffermato su alcuni particolari del primo neurone artificiale. “Quello che abbiamo fatto è stato sviluppare tecniche che sostanzialmente trasferiscono il comportamento dei neuroni in un pezzo di silicone come questo” – ha spiegato Nogaret.
La creazione del primo neurone artificiale rappresenta un importante passo in avanti per il mondo della medicina e per la scienza. Da anni entrambi i rami del sapere hanno auspicato un simile progresso che avrebbe portato a produrre dei neuroni artificiali in grado di rispondere direttamente al sistema nervoso proprio come quelli reali.