Immunità al Covid: gli anticorpi che proteggono contro il virus rimangono presenti nell’organismo per più di 12 mesi

Diversi studi condotti sul tema dell’immunità al Covid parlano di una durata variabile, in base alla forma della malattia contratta. Ancora oggi sull’argomento dell’efficacia degli anticorpi e sulla durata della loro presenza nell’organismo non ci sono dati certi.

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Su questo punto si sono soffermati i ricercatori della Sorbona, dell’Ospedale Pitié-Salpêtrière, dell’INSERMe dell’Istituto Pasteur, che hanno concluso che alcune persone arriverebbero ad un massimo di due o tre mesi. Questo ha rivelato il loro lavoro, pubblicato sulla rivista Nature Communications lo scorso 8 febbraio 2021. Il loro lavoro di ricerca ha evidenziato come gli anticorpi neutralizzanti scompaiano gradualmente dal corpo, a volte già due mesi dopo il contagio se il soggetto ha contratto una forma moderata della malattia.

Per arrivare a questi risultati, i ricercatori hanno studiato il tempo di insorgenza e la persistenza degli anticorpi degli operatori sanitari che avevano contratto una forma lieve di Covid-19. “Tutti questi professionisti hanno sviluppato anticorpi tra 2 e 4 settimane dopo la comparsa dei sintomi e una risposta neutralizzante a SARSCoV-2”, hanno spiegato gli scienziati.

gli anticorpi che proteggono contro virus rimangono presenti

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Spiegando il meccanismo dell’immunità al Covid gli studiosi hanno chiamato in causa gli anticorpi IgA che diminuiscono rapidamente già due mesi dopo la comparsa dei sintomi. Ma malgrado questa diminuzione della risposta neutralizzante, il livello di anticorpi IgG, si mantiene tra due e tre mesi dall’insorgenza dei sintomi. In sostanza, il corpo genera rapidamente gli anticorpi, ma scompaiono altrettanto rapidamente.

Tali risultati si contrappongono con le conclusioni di altre indagini scientifiche, come nel caso dello studio condotto da ricercatori australiani, pubblicato nel dicembre 2020 sulla rivista Science Immunology. In questo caso il team di ricerca ha analizzato i campioni di sangue prelevati da 25 pazienti colpiti dal virus, che sono stati confrontati con quelli di un gruppo di sperimentazione in buona salute.

Nel secondo campione di esame si è inserito il virus per vedere come reagiva il sangue. Si è così evidenziato che dopo otto mesi dal contagio i linfociti B della memoria hanno la capacità di ricordare il virus producendo gli anticorpi protettivi. I ricercatori hanno poi dimostrato che i linfociti T avevano riconosciuto uno dei due componenti di SARS-CoV-2: la punta e le proteine ​​del nucleo.

Altri studi sul tema dell’immunità al Covid

I dati sull’immunità al Covid sono discordati, come testimoniano anche i risultati di una pubblicazione di Science Immunology: uno studio firmato da un team di ricercatori dell’Istituto di immunologia di La Jolla. Gli studiosi hanno analizzato campioni di sangue di 185 persone contagiate dal virus, con sintomi lievi. Il campione ha mostrato dei risultati incoraggianti sull’immunità al Covid: sei mesi dopo l’infezione, tutte le persone che hanno partecipato allo studio avevano ancora una forte risposta immunitaria.

I ricercatori nel corso dell’indagine hanno esaminato tre tipi di risposte immunitarie nel sangue dei pazienti: anticorpi, linfociti T che distruggono le cellule contaminate, linfociti B che secernono anticorpi. Il gruppo di studio ha osservato che anche in caso di reinfezione, la memoria immunitaria impedirebbe per anni lo sviluppo di una forma grave della malattia. Lo studio ha così confermato l’idea di una lunga immunità al Covid.

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Alcuni studi precedenti, uno americano e l’altro canadese, pubblicati sulla rivista Science Immunology l’8 ottobre 2020, avevano attirato l’attenzione degli scienziati di tutto il mondo. Questo perché avevano segnalato che la durata dell’immunità al Covid nei pazienti contagiati sarebbe stata lunga grazie agli anticorpi neutralizzanti. Questi anticorpi avrebbero la capacità di persistere per almeno tre mesi, dopo la comparsa dei primi sintomi nei pazienti.

Lo studio canadese ha riscontrato per un periodo di 115 giorni (più di 16 settimane, o circa 4 mesi), la risposta anticorpale diretta contro il SARS -CoV-2, sia nel sangue che nella saliva, rispettivamente in 439 e 129 pazienti Covid. I risultati sono stati poi comparati con i dati ottenuti da 339 soggetti di controllo. Si è così scoperto che gli anticorpi IgG, specifici per il Covid-19, sono stati rilevati tra 16 e 30 giorni dall’insorgenza dei primi sintomi, per diminuire dopo 105 giorni. Altri anticorpi, IgA ed IgM, invece sono rapidamente scomparsi dal siero e dalla saliva.

Per quanto riguarda lo studio americano sull’immunità al Covid si è registrato un risultato identico: il 95% dei pazienti che ha preso parte alla ricerca ha sviluppato gli anticorpi anti-RBD IgG 14 giorni dopo l’insorgenza dei sintomi, con un picco nel livello di anticorpi IgM del 38% prima della comparsa di IgG anticorpi. Il livello di anticorpi IgG è diminuito lentamente per un periodo di 90 giorni prima di risolversi. Lo studio ha coinvolto 343 pazienti ed è durato 122 giorni.

Lo studio dei ricercatori degli ospedali universitari di Strasburgo conferma un’immunità di 12 mesi

Le indagini sull’immunità al Covid hanno coinvolto altri studi che si sono svolti anche un anno dopo l’inizio della pandemia. Come nel caso dell’indagine dei ricercatori degli ospedali universitari di Strasburgo che ha investigato la durata della persistenza degli anticorpi dopo il contagio dal virus.

Gli scienziati di Strasburgo hanno analizzato 1.309 soggetti del personale ospedaliero per la durata di un anno: 393 che avevano avuto una forma lieve di Covid e 916 che non avevano contratto l’infezione. Le loro analisi hanno permesso di formulare delle conclusioni più ottimistiche rispetto agli studi precedenti sul tema dell’immunità al Covid.

Secondo gli studiosi, gli anticorpi protettivi restano presenti nei pazienti più di 12 mesi dopo l’infezione virale ed i vaccini aumentano la loro efficacia. I ricercatori hanno dimostrato che nei soggetti che hanno contratto il virus, gli anticorpi contro la proteina del picco del virus (anti-S) diminuiscono più rapidamente negli uomini che nelle donne. Ma in sostanza riescono a persistere mediamente fino a 13 mesi dopo l’infezione.

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Con una singola dose del vaccino, i ricercatori hanno riscontrato un forte aumento del numero di anticorpi. In più, i medici degli ospedali universitari di Strasburgo hanno osservato che il rischio di reinfezione risulta ridotto del 96,7% grazie alla presenza degli anticorpi. Le conclusioni di questo studio sull’immunità al Covid potrebbero consentire di rivedere il piano di vaccinazione per formulare un vaccino di richiamo meno frequente.

Fonte: sortiraparis

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