“Il rischio di infarto o ictus dopo aver contratto il Covid è otto volte superiore”: lo rivelano i risultati di uno studio svedese

Nuovi dati sulle complicazioni da Covid-19 segnalano che il rischio di infarto o di ictus nel mese successivo all’infezione virale è fino a otto volte superiore. Questo quanto si evince dai risultati di uno studio svedese che ha analizzato le conseguenze che hanno colpito i soggetti dopo un’infezione da Covid.

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L’indagine firmata dal team di lavoro svedese è stata pubblicata sulla rinomata rivista The Lancet dove si leggono le conclusioni a cui è giunto lo studio. I ricercatori hanno esaminato più di 80.000 pazienti, per vedere se ci sarebbero stati più casi di infarti e di ictus nei soggetti in precedenza infettati dal Covid-19. Al termine del loro lavoro di ricerca gli studiosi hanno sentenziato che nell’arco di tempo prima dell’infezione e dopo quattro settimane dalla guarigione si sono registrati meno infarti e casi di ictus rispetto al periodo dopo quattro settimane dall’infezione.

Covid-19 rischio di infarto
Il rischio di infarto o ictus dopo il Covid-19 è fino a otto volte superiore

Nella prima settimana dopo l’infezione, il rischio di infarto era circa 8,4 volte più alto; nella seconda settimana era 2,5 volte più alto; mentre nella terza e quarta settimana si è registrato un tasso di 1,6 volte più alto. Gli ictus, che potrebbero essere ricondotti ad un eventuale disturbo circolatorio, si sono verificati 6,2 volte più frequentemente nella prima settimana dopo l’infezione da Covid-19; nella seconda settimana l’incidenza è stata più alta del 2,9 volte per poi far registrare una frequenza più alta del 2,1 volte nella terza e quarta settimana dopo la malattia virale.

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Rispetto al gruppo di controllo, il rischio di infarto o ictus è aumentato rispettivamente del 6,6 e del 6,7 volte. Una conclusione che troverebbe conferma nelle complicazioni gravi che la malattia provoca a livello del cuore e del cervello, un tema ancora oggi poco chiaro. I ricercatori sospettano che la fibrillazione atriale (un tipo di aritmia cardiaca), come anche la riduzione della molecola ACE2 (enzima di conversione dell’angiotensina 2) causate dal Covid possano giocare un ruolo decisivo in questa casistica. Si precisa che l’ACE2 è una molecola che ha un effetto protettivo sul sistema cardiovascolare.

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