“Il vaccino Pfizer è sicuro”: i risultati di uno studio in larga scala confermano i vantaggi della vaccinazione

La sicurezza del vaccino Pfizer è stata riaffermata dai dati raccolti da uno studio condotto su larga scala sulla popolazione israeliana. I risultati resi noti dal Clalit Research Institute illustrano come dall’indagine svolta i benefici della vaccinazione risultano essere di gran lunga superiori rispetto agli effetti collaterali. Il Clalit Research Institute in Israele, in collaborazione con l’Università di Harvard, ha analizzato uno dei più grandi database medici del Paese per valutare la sicurezza del vaccino Pfizer.

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Nel corso dell’indagine si è tenuto conto che gli studi clinici di fase 3 sono soggetti a regole rigide, e che le coorti di volontari non sono sempre rappresentative di tutta la popolazione. Gli studiosi hanno tenuto conto anche del fatto che le evidenze scientifiche non sono abbastanza forti da rilevare alcuni effetti collaterali molto rari o specifici per l’età, come è successo nel caso della miocardite. Nessun caso è stato rilevato durante gli studi clinici di fase 3 sui quattro vaccini autorizzati, i casi sono stati segnalati dopo che il vaccino è stato ampiamente somministrato nella popolazione mondiale.

Clalit Health Service ha avuto l’arduo compito di raccogliere 1,7 milioni di dati medici anonimi. La principale organizzazione sanitaria israeliana li ha analizzati per stimare il rischio relativo di un evento secondario, che si può verificare dopo la vaccinazione nella popolazione. Gli scienziati hanno proceduto così: a ciascuna delle 884.828 persone vaccinate è stato assegnato un “match”, una persona non vaccinata con un profilo socio-demografico equivalente. Ogni coppia è stata seguita per 42 giorni. Nel caso in cui una persona ha ricevuto il vaccino durante il follow-up, è passata al gruppo vaccinato e gli è stata assegnata una nuova corrispondenza.

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grande studio sulla sicurezza vaccino Pfizer

Lo studio sulla sicurezza del vaccino Pfizer

Lo studio si è concentrato sugli effetti collaterali post-vaccinazione a medio termine, le reazioni correlate all’iniezione del vaccino quali febbre, dolore muscolare ed eritema, non sono state monitorate, così come gli effetti a lungo termine.  I risultati hanno rilevato che la vaccinazione è legata ad un aumento del rischio di:

  • miocardite (2,7 casi ogni 100.000 vaccinati),
  • appendicite (5,0 casi ogni 100.000 vaccinati),
  • recrudescenza del virus dell’herpes (15, 8 casi ogni 100.000 vaccinati),
  • linfadenopatia, o più linfonodi ingrossati (78,4 casi ogni 100.000 vaccinati).

Il Clalit Research Institute ha valutato il rischio relativo di sviluppare gli stessi effetti collaterali confrontando le persone infette da SARS-CoV-2 e le persone non infette. Ciascuno dei 173.106 soggetti contagiati dal virus è stato seguito insieme ad un soggetto non infettato con un profilo simile. È così emerso che tra gli effetti collaterali del vaccino Pfizer, solo il rischio relativo di miocardite risulta essere maggiore nei contagiati: 11 casi ogni 100.000. Il Covid-19 non sembra aumentare il rischio di appendicite, ricomparsa del virus dell’herpes o linfoadenopatia.

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Invece, il virus aumenta il rischio di altre condizioni che la vaccinazione non innesca e che sono molto più gravi come nel caso di condizioni quali: l’aritmia cardiaca, la trombosi venosa profonda, l’embolia polmonare, le lesioni renali. Sebbene il vaccino aumenti l’incidenza di alcuni effetti collaterali, la maggior parte di essi è moderata, a parte la miocardite che può rappresentare un rischio per la salute. Come notano gli scienziati nel loro studio: “L’infezione da SARS-CoV-2 è di per sé un fattore di rischio molto importante per la miocardite, aumenta notevolmente il rischio di diversi altri eventi avversi gravi”.

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