Da uno studio condotto presso l’Ospedale San Raffaele di Milano si è evinto che il quadro patologico del Covid risulta più grave nei soggetti con carenza di calcio e vitamina D.
Questo deficit ha un impatto negativo nei soggetti che vengono colpiti da infezioni respiratorie, in particolare la condizione di ipocalcemia è da considerare un fattore predittivo di un decorso grave del Covid. A tale conclusione è giunto lo studio italiano, pubblicato sulla rivista scientifica Endocrine.
Una ricerca svolta dal dottor Luigi Di Filippo, medico specializzando in Endocrinologia presso l’Università Vita-Salute San Raffaele, e coordinata dal professor Andrea Giustina, primario di Endocrinologia dell’IRCCS Ospedale San Raffaele, ordinario e direttore della Scuola di Endocrinologia e Malattie del Metabolismo all’Università Vita-Salute San Raffaele.
Lo studio ha esaminato un campione di 531 pazienti ricoverati per Covid nel pronto soccorso della struttura ospedaliera milanese, nel periodo di tempo compreso tra marzo ed aprile. Gli studiosi hanno monitorato i livelli di calcio nel sangue dei malati rilevando un dato significativo: circa l’80% dei pazienti Covid più gravi presentava una carenza di calcio a livello ematico.
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Covid e carenza di calcio: le evidenze dello studio
Il professor Giustina, che è anche presidente della European Society of Endocrinology, spiegando questo dato ha precisato: “È verosimile che i livelli di calcio si abbassino in risposta all’infezione virale, ma anche che sia una situazione connessa all’ipovitaminosi D, perché probabilmente avere bassi livelli di vitamina D predispone questi pazienti a sviluppare un’ipocalcemia in caso di infezione”.
Altre indagini scientifiche avevano già evidenziato che i pazienti Covid mostravano una preoccupante carenza di vitamina D, che è strettamente connessa con il minerale trattandosi di due sostanze complementari.
Infatti il professor Giustina ha sottolineato il loro legame: “La prima, infatti, agisce facilitando l’assorbimento del calcio, e una dieta ricca di calcio ma con carenze di vitamina D può dar luogo ad ipocalcemie. Noi non abbiamo misurato i livelli di vitamina D in questi pazienti, ma sappiamo che in generale nella popolazione italiana sono piuttosto bassi. Probabilmente chi sviluppa ipocalcemia in seguito all’infezione da coronavirus Sars-CoV-2 in parte presenta anche una ipovitaminosi D”.
Gli esperti però hanno notato che il deficit della vitamina non è la sola condizione a favorire la carenza di calcio. Si ipotizza che la condizione di ipocalcemia possa essere scatenata dal Covid che sfrutta il minerale per penetrare nella cellula e proliferare. È probabile che il Covid dunque consumi il calcio per attivare il focus attivo nel soggetto contagiato.
Talvolta i pazienti mostrano uno stato di salute aggravato dalla combinazione di due condizioni deleterie come ribadito dal professor Giustina: “Se da una parte questi soggetti sono predisposti ad ipocalcemia perché hanno già un’ipovitaminosi D ed il Coronavirus utilizza il (poco) calcio disponibile per penetrare la cellula e replicarsi si arriva ad un quadro di ipocalcemia così frequente nei pazienti”.
Come integrare il minerale e la vitamina D
Al termine dello studio gli esperti si sono soffermati sull’importanza di integrare il minerale, oltre che la vitamina D, per scongiurare gli esiti negativi di una carenza di calcio, e come forma di prevenzione contro il Covid.
Il team di ricercatori dell’Ospedale San Raffaele ha sottolineato che assumere un supplemento di calcio, insieme ad un supplemento di vitamina D, è una terapia efficace in caso di osteoporosi dopo la menopausa. Un dato emerso nel corso della stessa indagine: circa il 69% dei pazienti Covid con ipocalcemia erano uomini, ai quali non si raccomandano di solito integratori a base di calcio e di vitamina D.
Nella prevenzione contro il Covid gioca quindi un ruolo centrale una dieta ricca di calcio disponibile in tante fonti alimentari come sottolineato dal professor Giustina: “[…] È importante soddisfarne il nostro fabbisogno attraverso latte, yogurt, formaggi e acqua minerale, che è un’altra importante fonte di calcio. Senza dimenticare che calcio e vitamina D sono complementari”.