Leucemia fulminante, cos’è e come si manifesta: i principali sintomi, le cure e l’importanza di una diagnosi precoce

Il rinnovato interesse nei confronti di una condizione rara ma dal decorso nefasto come la leucemia fulminante si deve alla recente scomparsa di Michele Merlo. Il 28enne, noto per essere stato uno dei concorrenti di Amici 16, è stato stroncato da una leucemia fulminante che gli ha causato un’emorragia cerebrale fatale.

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Nella letteratura clinica questa condizione patologica rappresenta uno dei tumori con il più alto tasso di guarigione: le stime parlano di 9 pazienti su 10. Ma un simile risvolto si può rendere possibile solo se viene diagnosticata tempestivamente, in caso contrario il paziente può morire nell’arco di pochi giorni, per delle gravi complicanze da ascrivere alle emorragie innescate dalla leucemia fulminante.

Come riporta il sito della Fondazione Veronesi la leucemia promielocitica acuta è la forma più aggressiva di tumore del sangue, ed è potenzialmente rischiosa perché a causare la morte dei soggetti subentrano le emorragie che risultano imprevedibili.

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Dal punto di vista medico questa patologia ha un’incidenza di una persona su un milione di abitanti, e tende a colpire principalmente i soggetti adulti ed i giovani, mentre è più sporadica nei bambini. La precisa eziologia non è chiara, si ipotizza una stagionalità oppure un patogeno (virus o batterio) che determinerebbe nella maggior parte dei casi un’anomalia cromosomica acquisita, che coinvolge due cromosomi: il 15 e il 17, che si rompono. Come conseguenza il soggetto viene esposto ad un aumento esponenziale dei globuli bianchi, con perdita dei fattori di coagulazione ed emorragie. Il rischio più grave si conferma un’eventuale emorragia cerebrale che è fatale.

Leucemia fulminante sintomi

Leucemia fulminante: l’importanza di una diagnosi precoce per intervenire tempestivamente

È fondamentale una diagnosi precoce per intervenire tempestivamente, in tal caso è indispensabile eseguire un’analisi molecolare: un test definitivo per identificare la leucemia fulminante, con cui si rileva la traslocazione acquisita dei cromosomi.

Anche se non è noto il meccanismo che determina tale alterazione si conferma decisivo l’intervento nell’arco di poche ore per salvare la vita dei pazienti. Ci sono dei sintomi rivelatori che possono far scattare l’allarme quali: costante e forte mal di testa, sanguinamento anomalo delle gengive o dal naso, petecchie cutanee, ematomi, placche. A questi sintomi si associano anche disturbi a carico dell’apparato digerente, genito-urinario e del sistema nervoso centrale ed una persistente sensazione di stanchezza e malessere.

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La leucemia fulminante può essere curata nella maggior parte dei casi con una terapia farmacologica innovativa sviluppata nel corso di uno studio pubblicato nel 2013 sul New England Journal of Medicine. Si fa riferimento ad un trattamento che combina acido retinoico, che deriva dalla vitamina A, ed il triossido di arsenico. Un nuovo approccio che preserva la fertilità dei pazienti e che permette inoltre di intervenire sul meccanismo delle molecole che scatena la patologia. Questo trattamento oggi si considera il gold standard per curare un soggetto affetto da leucemia fulminante acuta. In particolare, si raccomanda la terapia farmacologica sui pazienti con basso o medio rischio al posto della chemioterapia, in uso solo nei casi più gravi.

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