Si sono registrati nel corso di questa estate dei dati controtendenza che rivelano che il raffreddore si sta presentando in modo più intenso nel corso del periodo estivo, e con una significativa incidenza. Gli esperti hanno notato che la probabilità di prendersi il raffreddore ma anche una sindrome parainfluenzale è alta. Si tratta di un fenomeno non comune, visto che di solito nel periodo estivo le probabilità di contrarre il raffreddore sono di solito più basse rispetto al periodo invernale.
Nel corso di questa estate è emersa una situazione quasi paradossale: in molti si sono ritrovati a fare i conti con congestione nasale, starnuti, naso che cola e sindromi parainfluenzali. Un quadro di sintomi che recentemente si presenta con maggiore intensità e che si conferma difficile da sconfiggere. Un dato preoccupante anche perché i sintomi potrebbero essere confusi con quelli tipici della variante Delta, che si presenta con dei segni clinici simili a quelli di un brutto raffreddore.
Raffreddore: i contagi durante questa estate sono un fenomeno controtendenza
I contagi da rinovirus nel corso di questo periodo estivo sono in crescita destando una serie di problemi ai soggetti che ne vengono colpiti. Secondo il mondo medico le cause principali di questo fenomeno di controtendenza si devono rintracciare nelle stesse abitudini di vita, a cui ha esposto la pandemia: l’utilizzo costante delle mascherine, la frequente igienizzazione delle mani, il distanziamento. Questa serie di norme anche se hanno permesso di limitare le occasioni di contagio hanno finito per indebolire le difese immunitarie.
In sostanza, il nostro sistema immunitario con le difese debilitate risulta più esposto ai comuni virus che veicolano il raffreddore. La barriera protettiva contro tali patogeni è dunque venuta meno nella maggior parte dei soggetti alle prese con un sistema immunitario più lento del normale, che espone al rischio di beccarsi un raffreddore.
Il parere degli esperti
Gli esperti sono concordi nel ritenere alcune misure di sicurezza anti Covid tra i fattori che hanno determinato la scomparsa di due ceppi di influenza: il ceppo H3N2 (noto come virus dell’influenza A) ed il virus dell’influenza B detto linea B/Yamagata.
Gli esperti del CDC americano che si sono concentrati per tenere sotto controllo la diffusione di questa ondata di influenza stagionale, scoprendo che il virus respiratorio sinciziale rappresenta il principale nemico, responsabile in America di un significativo numero di ricoveri, che hanno colpito principalmente anziani e bambini.
Il dottor Paul Skolnik, immunologo e virologo presso la Scuola di Medicina Carilion del Virginia Tech, ha spiegato il motivo per cui il nostro immunitario non riesce a rispondere in modo adeguato a patogeni comuni. Il dottor Skolnik ha ribadito che il sistema immunitario risulterebbe rallentato nella risposta esponendo ad una maggiore suscettibilità ad infezioni respiratorie.
Anche la dottoressa Satya Dandekar, infettivologa ed immunologa, ha espresso un parere analogo, chiamando in causa tra i fattori che espongono ad infezioni non solo le difese immunitarie indebolite ma anche altri responsabili: stress, disturbi del sonno, abuso di alcol.