“I raffreddori scatenati da precedenti Coronavirus potenziano la difesa immunitaria contro il Covid-19”: le conclusioni dello studio della Charité

Coloro che sono già stati esposti a raffreddori precedenti scatenati da Coronavirus innocui risulterebbero meglio protetti contro il Covid-19. Questo ceppo di patogeni sconosciuti, provengono principalmente da una forma di virus del raffreddore innocui e chiunque ne sia stato infettato probabilmente ha una difesa migliore contro il Covid-19. Prima della pandemia, si sono individuati quattro tipi di Coronavirus tra le persone, con sintomi tipici del raffreddore.

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I ricercatori della Charité di Berlino hanno ora scoperto che alcune cellule immunitarie formate da persone infettate da questi patogeni responsabili del raffreddore sono capaci di rafforzano la reazione immunitaria contro il virus SARS-CoV-2. Lo studio, pubblicato sulla rivista “Science“, è stato condotto a metà del 2020 quando sono state reclutate quasi 800 persone entrate in contatto con SARS-CoV-2. Sono stati effettuati controlli ad intervalli regolari per determinare se i soggetti fossero stati contagiati dal nuovo virus. Il loro sistema immunitario è stato analizzato prima e durante l’infezione, scoprendo che il corpo aveva mobilitato le cellule T helper formando una protezione contro i Coronavirus freddi, incluso il Covid-19.

Le cellule T helper sono responsabili del controllo e del coordinamento della risposta immunitaria, ed assicurano che altre cellule immunitarie siano in grado di combattere gli agenti patogeni che penetrano nel corpo formando degli anticorpi ad hoc: le cosiddette cellule di memoria T-helper, che sopravvivono nel corpo per anni garantendo una rapida risposta immunitaria quando entrano di nuovo in contatto con l’agente patogeno. La mobilitazione di queste cellule ha garantito una migliore risposta immunitaria al SARS-CoV-2, in quanto hanno riconosciuto una certa area della proteina Spike nel nuovo Coronavirus, che è simile ai virus del raffreddore.

raffreddori causati da precedenti Coronavirus innocui

I raffreddori causati da precedenti Coronavirus lasciano la difesa immunitaria contro il Covid-19

Gli esperti parlano di cross-reattività: “Nei raffreddori con Coronavirus più innocui, il sistema immunitario costruisce una sorta di memoria universale e protettiva del Coronavirus” – la spiegazione della dottoressa Claudia Giesecke-Thiel, autrice principale dello studio. In contatto con SARS-CoV-2, queste cellule di memoria si riattivano per attaccare il nuovo patogeno contribuendo ad una risposta immunitaria più rapida contro il Covid-19.

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Gli scienziati della Charité hanno però puntualizzato: “Non significa che sei sicuramente protetto da SARS-CoV-2 se hai avuto il raffreddore in passato. Una vaccinazione è comunque importante”. Gli scienziati hanno dimostrato l’effetto di potenziamento a livello immunitario delle cellule T nella reazione crociata con una vaccinazione con Biontech. Un’analisi sulla risposta immunitaria di 31 persone sane prima e dopo la vaccinazione ha mostrato che le normali cellule T-helper sono state attivate gradualmente, in un periodo di due settimane.

Le cellule T-helper a reazione incrociata invece hanno risposto più rapidamente alla vaccinazione in una settimana. Il corpo è stato in grado di produrre anticorpi molto velocemente e di rallentare la diffusione dell’infezione in una fase iniziale. “Anche con la vaccinazione, il corpo può ricorrere almeno in parte a una memoria immunitaria se ha già sofferto di raffreddori da Coronavirus endemici” – ha precisato il professor Andreas Thiel, autore principale dello studio.

Il numero di cellule T diminuisce nei soggetti anziani

Un dato che potrebbe spiegare l’effetto protettivo rapido ed alto che si è notato nei più giovani, dopo la vaccinazione contro il Covid-19, per rilevare quindi che l’immunità crociata diminuisce con l’età. I ricercatori hanno infatti rilevato che l’immunità crociata diminuisce con l’età: sia il numero di cellule T a reazione crociata che la loro forza di legame risultavano inferiori nei partecipanti allo studio più anziani, un fattore correlato ai cambiamenti del sistema immunitario che invecchia.

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Secondo gli studiosi, le persone anziane hanno maggiori probabilità di ammalarsi gravemente di Covid-19 e perché la loro protezione vaccinale risulta più debole di quella dei giovani per tale motivo, un terzo richiamo potrebbe compensare la risposta immunitaria più debole in questo gruppo di popolazione più vulnerabile.

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