I calcoli renali sono una condizione patologica molto diffusa, si parla di questa problematica fin dai tempi antichi: addirittura sono stati identificati nelle mummie egiziane.
Le attuali stime relative a questa problematica indicano che una percentuale compresa tra il 6-10% della popolazione mondiale soffre di calcoli renali.
Nella maggior parte dei casi, i soggetti scoprono di soffrire della problematica quando vengono colpiti da episodi di forte dolore, spesso accompagnati da nausea e vomito.
Le coliche che colpiscono il paziente sono delle manifestazioni dolorose che si avvertono quando il calcolo si muove ed ostruisce il transito dell’urina tra il rene e la vescica.
Di solito il calcolo si deposita nell’uretra, che è il canale che collega il rene alla vescica, causando una distensione nel rene.
Come conseguenza il soggetto avverte un dolore acuto. Nei casi più severi l’ostruzione di un calcolo può generare delle lesioni irreversibili a carico del rene.
Cosa fare in presenza di sintomi sospetti
In presenza di sintomi che fanno sospettare la calcolosi è bene rivolgersi al proprio medico curante oppure direttamente ad un urologo.
Per formulare la corretta diagnosi si sottopone il paziente ad esami del sangue, delle urine ma anche a degli specifici esami di imaging.
La decisione sulle indagini da prescrivere e sul trattamento da seguire spettano congiuntamente al medico ed al paziente.
I calcoli renali si devono tenere sotto controllo e trattare in modo adeguato, perché la loro presenza mette a rischio il corretto funzionamento dei reni, che hanno il compito di svolgere il ruolo di filtri del corpo.
Un fattore di rischio alto per la formazione dei calcoli renali, indipendentemente dal tipo, è rappresentato dalla disidratazione.
I soggetti che hanno una certa predisposizione alla calcolosi dovrebbe prestare maggiore attenzione alla costante idratazione.
Uno studio randomizzato ha dimostrato che bere 2 litri di acqua al giorno agisce da prevenzione, perché riduce la probabilità di recidive di circa la metà.
Le linee guida dell’American Urology Association, per il trattamento medico dei calcoli renali, raccomandano ai pazienti di bere più di 2,5 litri di acqua al giorno.
Calcoli renali: i diversi tipi
Diamo un’occhiata ai fattori di rischio specifici ed al trattamento per ciascuno dei principali tipi di calcoli renali.
Calcoli di ossalato di calcio e fosfato di calcio
Si tratta del tipo più comune di calcoli renali: possono essere composti di ossalato di calcio o di fosfato di calcio.
Nello specifico i calcoli di calcio sono formati da calcio unito ad ossalato oppure a fosfato, e quelli di ossalato di calcio hanno una casistica più alta.
In genere, i calcoli di fosfato di calcio colpiscono i pazienti che presentano dei disordini metabolici oppure ormonali, ma anche l’acidosi tubolare renale.
Un incremento nel processo di assorbimento intestinale di calcio, livelli anomali di ormone paratiroideo ed una filtrazione eccessiva di calcio da parte del rene sono tra le principali cause della condizione di ipercalciuria.
Dai risultati di uno studio clinico si è evidenziato che le persone con calcoli renali di calcio non dovrebbero eliminare questo minerale dalla dieta.
Infatti, dovrebbero consumare la dose giornaliera raccomandata di calcio:
- 1.000 mg al giorno per le donne sotto i 50 anni e gli uomini sotto i 70 anni;
- 1.200 mg al giorno per le donne sopra i 50 anni e gli uomini con più di 70 anni.
Questo perché il minerale si lega all’ossalato nell’intestino inibendone l’assorbimento da parte dell’intestino, si riduce in questo modo la sua presenza nelle urine ostacolando la formare pietruzze.
Come prevenzione e trattamento si dovrebbe non solo aumentare l’assunzione di liquidi ma anche consumare più calcio.
Attenzione agli alimenti ricchi di ossalati (noci, spinaci, patate, tè e cioccolato) che fanno aumentare la quantità di ossalato nelle urine, quindi è bene consumarli con moderazione.
Non va poi trascurata una buona idratazione per prevenire la calcolosi. Il medico può consigliare dei diuretici tiazidici, come l’idroclorotiazide, che possono aiutare il rene ad assorbire più calcio, rilasciandone di meno nelle urine.
Anche il citrato di potassio contrasta la calcolosi in quanto si tratta di una sostanza che si lega al calcio ed impedisce all’ossalato ed al fosfato di calcio, presenti nelle urine, di trasformarsi in calcoli.
Calcoli di acido urico
La maggior parte dei pazienti colpiti da questo tipo di calcoli ha molto acido urico e la loro urina è più acida rispetto al pH normale.
L’acido urico se in concentrazioni elevate non riesce a disciogliersi nell’urina, tende invece ad aggregarsi formando cristallizzazioni.
È importante come trattamento contro i calcoli di acido urico di regolare il pH delle urine con citrato di potassio, una sostanza che riduce il rischio di calcoli dell’acido urico e può anche aiutare a sciogliere i calcoli esistenti.
Si può anche utilizzare il bicarbonato di sodio per alcalinizzare l’urina in modo naturale.
Alle persone con calcoli di acido si raccomanda di seguire una dieta ad hoc mangiando meno proteine animali in associazione ad una terapia farmacologica a base di allopurinolo.
Calcoli di struvite
I calcoli di struvite sono composti da fosfato di magnesio ed ammonio, si formano principalmente nel caso di urine alcaline.
La causa più comune di questo tipo di calcoli renali è da ascrivere ad un’infezione batterica che aumenta il pH delle urine.
Il focus infettivo a carico dell’apparato urinario altera l’equilibrio chimico delle urine: i batteri per proliferare producono delle sostanze in grado di inibire la composizione acida nell’urina, determinando la formazione dei calcoli di struvite.
L’acido acetoidroxamico (AHA) può ridurre i livelli del pH dell’urina e la concentrazione di ammoniaca, contribuendo così a sciogliere le pietruzze di struvite.
Calcoli di cistina (il tipo meno comune)
Questa tipologia colpisce i soggetti che soffrono di una malattia ereditaria rara che porta ad accumulare alti livelli di cistina nelle urine.
Si fa riferimento al quadro patologico della cistinuria, una condizione genetica che determina la formazione di calcoli di cistina, un amminoacido presente nelle urine che causa la formazione dei calcoli renali.
Questo tipo di calcolosi risulta difficile da curare, di solito il trattamento dei soggetti si protrae per tutta la vita, e prevede un aumento dell’idratazione in associazione a dei farmaci che regolano il pH delle urine.
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