Aloe Arborescens. La ricetta curativa consigliata da Padre Romano Zago

Le proprietà terapeutiche dell’Aloe Arborescens, già note nell’antichità, nei tempi moderni sono state trascurate. Infatti si sono citate di più le virtù benefiche dell’Aloe Vera. Una varietà della pianta più produttiva e redditizia come coltivazione.

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La riscoperta del rimedio si deve ad un monaco brasiliano: Padre Romano Zago. Che ha documentato i casi di guarigione grazie al rimedio. Così si è riacceso l’interesse verso la pianta. Che offre tanti benefici. Il frate francescano ha curato tante persone in condizioni di salute anche gravi.

Aloe Arborescens Padre Romano Zago

In Israele, Padre Romano Zago ha scoperto che la pianta diffusa nella regione aveva un potere curativo. Così ha mescolato il succo delle foglie frullate con miele e grappa. Questa miscela evita che i principi si riducano nel tempo.

Dopo la scoperta Padre Romano Zago ha ribadito che vuole essere considerato il suo principale diffusore. Non l’inventore della formula. Che ha recuperato dalla saggezza popolare. Si è affidato agli insegnamenti di altri padri francescani. Fra tutti, padre Arno Reckzigel. Padre provinciale durante il suo incarico presso Rio Grande do Sul.

Padre Romano Zago dopo il suo rientro in Brasile nel 1995 ha diffuso la sua ricetta. E si è concentrato sulla cura degli ammalati. Inoltre ha raccolto la sua esperienza nel libro Di Cancro si Può Guarire.

I principi attivi contenuti nelle foglie

La ricca serie di proprietà da attribuire all’Aloe Arborescens si deve alla concentrazione di principi attivi. Nelle sue foglie sono presenti più di 200 ingredienti attivi.

  • Tra cui spicca l’acemannano, che promuove attività battericida, germicida, antifungina. Inoltre è capace di formare una sorta di patina protettiva sulla mucosa intestinale. Che agisce contro gli agenti dannosi.
  • Nella pianta si trovano antrachinoni (aloina, aloemodina, acido aloetico, antranolo, acido crisofanico, acido salicilico, resistanolo). Queste componenti hanno proprietà: antibiotica, antibatterica, antivirale, antitumorale, antinfiammatoria. Ma anche: antisettica, citotonica, purificante, eupeptica, tonificante, diuretica, lassativa.
  • Nella pianta ci sono: acido cinnamico, tocoferoli, flavonoidi, altri acidi organici polifunzionali. A cui attribuire proprietà antiossidanti.

 

  • Mentre la quota di acido acetilsalicilico assicura un’azione antinfiammatoria e protettiva. Sia del muscolo cardiaco sia del sistema vascolare.
  • Ricca la concentrazione di oligoelementi quali: calcio, magnesio, ferro, potassio, sodio, manganese, rame, cobalto, cromo, zinco, germanio. Quest’ultimo ha proprietà antiossidanti ed antitumorali. In più, il germanio favorisce la rimozione di metalli tossici. E contrasta gli effetti delle radiazioni ionizzanti.
  • Nell’Aloe Arborescens ci sono tante vitamine. Come quelle del gruppo B (B1, B2, B3 e B6) e la vitamina C. Ma anche: l’acido folico, il bicarotene, la colina, la vitamina E.

I benefici offerti dalla pianta

I benefici della pianta sono noti da tempo nella medicina tradizionale. Ma oggi giungono più conferme grazie a tanti studi. Così si conosce l’azione antivirale dell’acemannano. Efficace contro: virus HIV-1, Herpes Simplex, virus del morbillo. Oltre ad essere un rimedio immunostimolante è un antibatterico. Ma agisce anche da antimicotico.

La pianta assicura un’azione cicatrizzante. Accelera la riparazione del tessuto danneggiato. Genera poi del nuovo tessuto epiteliale. Inoltre ostacola la crescita di microbi. Si tratta di un rimedio antinfiammatorio. E dal potere analgesico. Si può assumere ad uso orale o per uso esterno. La pianta vanta delle proprietà antiossidanti. Che combattono i danni cellulari dei radicali liberi.

L’Aloe Arborescens è depurativa per il tratto gastrointestinale. Questo effetto detox si deve ai polisaccaridi. Che per la loro viscosità si legano per eliminare le sostanze tossiche. Che si producono nel corso dei processi metabolici. Inoltre migliora la digestione e regola il transito intestinale. Uno studio ha mostrato che chi assume Aloe Arborescens contrasta il cancro all’intestino.

Mentre chi soffre di morbo di Crohn, diverticolite e colite ulcerosa può beneficiare dei preparati a base di Aloe Arborescens senza aloina. Il rimedio ha un’azione gastroprotettiva. Utile contro: spasmi addominali, bruciore, reflusso acido, gonfiore addominale. In più normalizza le secrezioni intestinali. Migliora la flora intestinale. Stabilizza il pH nello stomaco.

Altre valide proprietà terapeutiche dell’Aloe Arborescens

Da alcuni studi è emersa la sua azione antidiabetica ed iperglicemia. Assicura un potere antiossidante a livello del pancreas e del sangue. Protegge le isole di Langerhans del pancreas. Così previene il diabete e la glicemia. In più la pianta attenua la secrezione di insulina. Attiva il blocco dell’assorbimento di glucosio nell’intestino. Il rimedio potrebbe prevenire il sovrappeso.

Un’altra importante virtù dell’Aloe Arborescens è quella antitumorale. La pianta contrasta le malattie oncologiche attraverso tre fasi.

  • Stimola prima le difese immunitarie del corpo.
  • Favorisce l’apoptosi delle cellule neoplastiche.
  • Promuove un’azione antiproliferativa. Contrasta le cellule cancerose e le metastasi.

I composti che assicurano queste azioni sono i polisaccaridi e gli antrininoni. In particolare l’aloe-emodina. Uno studio dell’Università di Padova ha dimostrato che l’aloe-emodina ha un’attività citotossica. Specifica e selettiva nei confronti di tumori con origine dal sistema nervoso autonomo. Come nel caso di: melanoma, tumore a piccole cellule del polmone, neuroblastoma.

Il meccanismo di citotossicità provoca l’induzione di apoptosi. La selettività contro le cellule tumorali neuroectodermiche dipende dall’uso della sostanza. Quindi l’aloe-emodina è una guida antitumorale nuova.

Alcune proprietà evidenziate da recenti studi

Si è evidenziato che migliora gli effetti della chemioterapia. Uno studio ha esaminato gli effetti dell’uso di Aloe Arborescens. In associazione con la chemioterapia. È emersa una buona percentuale di regressioni del tumore. E di controllo della malattia. Potrebbe favorire il tasso di regressione del tumore. Ma anche la sopravvivenza dei malati.

Aloe Arborescens

È nota poi la sua azione protettiva contro i danni dell’elettromagnetismo. Legati alla rete di comunicazione di nuova generazione (5G). Da uno studio si evince che la pianta contrasta lo stress ossidativo. Che è causato dall’elettrosmog sulla fertilità di tipo maschile. Inoltre l’estratto aiuta a prevenire la formazione di radicali liberi. Offre degli effetti positivi sui sistemi antiossidanti cellulari.

Ci sono delle controindicazioni sul suo uso. Non deve essere assunto da donne in gravidanza. Né in caso di allattamento al seno. Si sconsiglia in caso di: colite, diverticolite, colite ulcerosa, morbo di Crohn. Possono sorgere delle interazioni con farmaci. Che agiscono a livello cardiaco. Ma anche con diuretici ed anticoagulanti piastrinici. Padre Romano Zago precisa che possono sorgere effetti collaterali nei primi giorni. Si tratta di: eruzioni, diarrea, conati di vomito. Questi sintomi passano in modo spontaneo. Ma è meglio consultare un medico.

Aloe Arborescens: la ricetta di Padre Romano Zago

Per preparare il succo di Aloe Arborescens della ricetta di Padre Romano Zago servono il miele e la grappa. Il miele d’api, mantiene integri i principi attivi. Inoltre amplia le sue virtù. La grappa agisce da vasodilatazione. Per favorire una migliore depurazione. L’organismo non sarebbe capace di assorbire l’aloina. Grazie alla grappa se ne favorisce l’assimilazione. Per preparare la ricetta servono:

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  • mezzo chilo di miele biologico di acacia
  • 40-50 ml di distillato di grappa (cognac o whisky)
  • 350-400 grammi di foglie di Aloe Arborescens

Con cura si devono togliere le spine dalle foglie. E ripulirle all’esterno con uno straccio asciutto. Poi si devono tagliare a pezzi le foglie. Senza togliere la buccia.

Si passa poi a frullare le foglie insieme con gli altri ingredienti. Dopo aver ottenuto un composto ben omogeneo il rimedio sarà pronto. Si deve avere cura a conservarlo in frigo. Dentro un barattolo scuro e chiuso bene. Padre Romano Zago consiglia un cucchiaio da tavola 30 minuti prima dei pasti. La cura si conclude dopo aver terminato il barattolo. Il frate consiglia di sottoporsi ad una visita medica. Per valutare lo stato della malattia. Dopo uno stop di qualche giorno, si può ripetere il ciclo.

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