Una nuova mutazione del Covid-19, è stata scoperta dagli scienziati, si tratta di una mutazione ribattezzata variante Delta Plus, la cui denominazione non è ufficiale, che ha iniziato a diffondersi in India, Stati Uniti e Regno Unito. Dopo i primi focolai che hanno destato preoccupazione, gli scienziati si sono messi al lavoro per accertare se sia più pericolosa e virulenta della variante Delta. Dai primi dati scientifici questa nuova variante sarebbe diversa dalla cugina per alcuni aspetti, e sarebbe purtroppo più infettiva tanto da causare nei pazienti contagiati una massiccia ospedalizzazione.
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La variante Delta plus è entrata in scena tra metà marzo inizio di aprile 2021, quando si sono registrati 26 casi in Inghilterra, una criticità che ha spinto il Regno Unito a vietare i viaggi internazionali nel mese di giugno. Ma alcuni pazienti contagiati dalla variante non avevano fatto viaggi né avevano avuto contatti con viaggiatori, un dato che ha spinto gli esperti ad ipotizzare che la variante si sia diffusa nel Regno Unito attraverso la trasmissione comunitaria.
Anche in India quando la variante Delta plus ha iniziato a diffondersi è scattata l’allerta: nel mese di giugno il ministero della salute indiano l’ha definita una variante preoccupante (Variant of Concern, VOC), vista la sua capacità di legarsi ai recettori delle cellule dei polmoni sfuggendo alla risposta immunitaria. Il ministro della Salute Roberto Speranza ha esortato gli esperti italiani a seguire la nuova mutazione del Covid-19 con la massima attenzione, anche se le conoscenze sono ancora limitate.
Quanto la variante Delta plus è da temere
Quello che si chiede tutto il mondo è: la variante Delta plus è preoccupante? Per appurarlo le autorità sanitarie devono avviare un’investigazione formale per sottoporre la variante sotto indagine in modo da valutare se è più trasmissibile, più resistente agli anticorpi o causa di forme più gravi della malattia. Se si registrano questi dati allora la mutazione viene classificata come VOC. L’Indian SARS-CoV-2 Genomic Consortium che si occupa del sequenziamento genomico del virus, monitorando le variazioni del Coronavirus, al momento ha etichettato la Delta plus come Variante di Interesse, non come VOC.
Il virologo Shahid Jameel spiegando questa definizione ha affermato che questa nuova mutazione non ha reso la Delta plus meno trasmissibile della Delta: il virus si dimostra capace di eludere la risposta immunitaria. La maggiore criticità riguarda il fatto che si stanno propagando nel mondo due versioni di Delta plus: AY.1 ed AY.2. La prima, con maggiore incidenza, è stata rilevata in Canada, Germania, Russia, Svizzera, Polonia, Portogallo, Nepal, Giappone, Regno Unito e Stati Uniti. La AY.2 invece è stata rilevata al momento solo negli USA.
Cosa si conosce finora della variante Delta plus
Rispetto alla variante Delta, la plus presenta un’altra mutazione si tratta di K417N, identificata nella proteina Spike che ricopre la superficie del virus SARS-CoV-2. Gli esperti hanno spiegato che la posizione K417 si trova nella regione della Spike che interagisce con ACE2 in modo da agevolare il virus nel momento in cui infetta le cellule. I dati scientifici su K417N hanno evidenziato che il suo coinvolgimento permette alla proteina Spike di raggiungere uno stato completamente aperto potenziando la sua capacità infettiva, in quanto accenta la capacità a legarsi al recettore ACE2, un tratto che si è riscontrato in altre varianti dotate di un alto livello do trasmissibilità e di resistenza agli anticorpi.
In teoria la Delta plus potrebbe sottrarsi alla protezione fornita vaccini e dagli anticorpi in quanto la mutazione K417N è un indicatore che segnala la possibile evoluzione della variante. Uno scenario illustrato da Olivier Schwartz, responsabile dell’Unità virus e immunità presso l’Institut Pasteur in Francia, che ha condotto uno studio dal quale è emerso che la variante Delta è meno sensibile agli anticorpi di soggetti convalescenti e vaccinati.
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Gli scienziati non sono in grado di individuare l’effetto delle singole mutazioni sulle proteine del virus, ossia l’impatto di K417N sulla proteina Spike, di fatto ribadiscono che il problema principale è rappresentato dall’azione combinata di tutte le mutazioni che possono cambiare la proteina Spike. I dati su questa variante del Covid-19 rivelano che la mutazione K417N non fa registrare alcun effetto né un aumento nei legami con ACE2, e ciò ha spinto alcuni scienziati a sostenere che la variante non sia più temibile delle altre. Secondo altri scienziati la mutazione K417N potrebbe addirittura indebolire la Delta plus rendendola meno pericolosa della variante Delta.
I vaccini funzionano contro le nuove varianti del Covid-19?
I vaccini esistenti funzionano contro la variante Delta originale come illustrato da Priyamvada Acharya, immunologa presso il Duke Human Vaccine Institute: “Rispetto alle varianti sappiamo che i vaccini funzionano, sappiamo che l’uso della mascherina e il distanziamento sociale funzionano. Anche se la situazione può sembrare allarmante, sappiamo che abbiamo delle misure per contrastare la diffusione del virus”.
I vaccini in circolazione risultano efficaci contro la Delta plus come conferma lo scenario nel Regno Unito dove metà dei casi hanno colpito soggetti non vaccinati, mentre pochi contagi hanno colpito i vaccinati. “Non ci sono ancora dati sufficienti per fare affermazioni su trasmissibilità, mortalità ed elusione dei vaccini nelle popolazioni” – ha spiegato Jameel che dirige la Trivedi School of Biosciences dell’Ashoka University.
Intanto continuano le indagini in laboratorio da parte dei ricercatori che coltivano la variante e sottopongono ad analisi un campione di virus con diverse quantità di anticorpi dei soggetti vaccinati. Un test che permette di valutare se gli anticorpi possono neutralizzare la variante con la stessa efficienza. I risultati preliminari degli studi finora svolti sono rassicuranti, in quanto rivelano che gli anticorpi degli individui vaccinati possono neutralizzare alcune varianti della Delta plus, ma questo è uno studio da approfondire.