Pesce con mercurio: gli esperti spiegano quali specie espongono ad un maggiore rischio per la salute e le possibili conseguenze

Si è tornato a parlare dei pericoli per la salute legati al consumo di pesce con mercurio nel report firmato dagli esperti di Altroconsumo che hanno ribadito le gravi conseguenze legate a tale evenienza. Anche se i nutrizioni raccomandano di inserire il pesce nella propria dieta 2-3 volte a settimana, perché è un alimento sano, è bene conoscere i pericoli associati ad alcune specie.

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Alcuni tipi possono contenere alte concentrazioni di mercurio, come nel caso dei grandi predatori come il pesce spada e la verdesca. Le indagini condotte su questo tema hanno evidenziato che delle tipologie di pesce presentano una concentrazione rilevante di metilmercurio.

Si tratta di una sostanza tossica per la nostra salute in quanto espone a gravi conseguenze, mettendo a repentaglio la funzionalità del sistema nervoso e del cervello in via di sviluppo. Infatti il pesce con mercurio è un potenziale rischio soprattutto per la salute di: feti, neonati e bambini di tenera età.

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Le raccomandazioni per evitare i potenziali pericoli associati al consumo di pesce con mercurio

Pesce con pieno mercurio

Il pesce con mercurio può provocare infatti diverse conseguenze gravi per l’uomo per questo l’Efsa ha fissato come indicatore per non correre rischi il limite di 1,3 microgrammi per chilogrammo di peso corporeo di presenza di metilmercurio.

Il mondo della ricerca ha condotto recentemente diverse indagini sul tema, da cui è emerso che la popolazione europea adulta non supera quasi mai questa soglia. Invece i soggetti più fragili più spesso sono inclini a superare questo limite.

Per questo è pericolosa la concentrazione di metilmercurio nell’organismo dei bambini soprattutto in Paesi europei come Spagna, Grecia, Portogallo, Italia, dove si consuma di più il pesce nella propria dieta settimanale.

Gli esperti di Altroconsumo hanno inoltre identificato quali sono le specie di pesce con mercurio, che tendono ad accumulare un maggiore quantitativo della sostanza tossica. Si tratta di pesci freschi, surgelati e conservati che fanno capo in totale ad una ventina di specie consumate in Italia con maggiore frequenza.

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In base alle raccomandazioni fornite dalle linee guida sarebbero più esposti all’evenienza di superare il limite di metilmercurio i soggetti soliti consumare pesce spada e verdesca. Si fa riferimento ad una sola porzione da 60 grammi per i bambini e da 150 per gli adulti, in quanto supera i valori settimanali della dose tollerabile di mercurio.

Per scongiurare questo pericolo, gli esperti consigliano quindi di selezionare con maggiore attenzione le specie di pesce da portare a tavola, optando per le tipologie di taglia più piccola o non carnivori.

Inoltre si suggerisce di variare molto il consumo di diversi pesci, puntando su quelli più diffusi in vendita e meno costosi. Infatti le indagini condotte hanno riscontrato una minore contaminazione in pesci comunemente presenti sul mercato ittico quali: sardine, sgombro, merluzzo, platessa, trota salmonata, salmone.

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Per evitare di esporsi al rischio di assimilare tracce del metallo tossico dal pesce con mercurio, resta ferma la raccomandazione per i soggetti adulti di mangiare una volta a settimana: spada, tonno rosso, verdesca, luccio, smeriglio, palombo.

Mentre è fortemente sconsigliato alle donne in stato interessante oppure impegnate con allattamento di consumare questi tipi di pesci, una raccomandazione valida anche per i bambini.

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