Vaccino Covid, quando devono fare la somministrazione i soggetti già contagiati dal virus: le linee guida dell’Istituto superiore di sanità

Una delle domande più gettonate nel corso della campagna vaccinale in corso riguarda quella relativa alla somministrazione del vaccino Covid sui soggetti già contagiati dal virus.

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Per fare chiarezza l’Istituto superiore di sanità (https://www.iss.it) ha diramato delle linee guida sulla profilassi di chi ha già contratto l’infezione. Queste indicazioni precisano come comportarsi, nel caso in cui si appartiene alla fascia dei soggetti che hanno contratto già il Covid. Da quanto riferito dall’Istituto superiore di sanità, nelle indicazioni aggiornate nel mese di marzo 2021, è necessario fare attenzione alle tempistiche, ovvero al tempo trascorso dopo la guarigione prima di sottoporsi al vaccino Covid.

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Nel periodo compreso tra i 3 mesi ed i 6 mesi dopo la malattia, i contagiati devono sottoporsi alla somministrazione di una singola dose di vaccino Covid. Anche se l’Iss annuncia la possibilità di una sola dose entro i 6 mesi dall’infezione, ci sono dei casi che aprono la strada a delle eccezioni. Come nel caso di coloro che appartengono alla categoria dei soggetti fragili, in quanto hanno delle difese immunitarie basse, i quali devono sottoporsi a due dosi. Andrea Gori, primario di Malattie infettive al Policlinico di Milano, ha cercato di fare chiarezza su tale argomento dichiarando: “Anche per gli over 80 è bene completare il ciclo con due dosi”.

somministrazione degli ex contagiati

Vaccino Covid: la somministrazione degli ex contagiati

Ma le linee guida dell’Istituto superiore di sanità non sono chiare a proposito dei contagiati negli ultimi tre mesi. Sergio Abrignani, immunologo e membro del Comitato tecnico scientifico nazionale, a questi soggetti raccomanda di aspettare fino ai tre mesi per poi segnalare il proprio caso, quando si viene chiamati per sottoporsi al vaccino Covid. Gli esperti poi consigliano a chi ha contratto il virus nelle ultime settimane di contattare il proprio medico di famiglia, per programmare personalmente la vaccinazione.

Le linee guida dell’Iss sono esplicite su diversi punti, come quando si sconsiglia di sottoporsi ad un test sierologico per individuare la positività anticorpale nei confronti del virus o di altro tipo di test. Secondo la nota ministeriale di marzo i test sierologici non peserebbero sulla decisione di vaccinarsi.

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Per segnalare i soggetti che hanno già avuto il Covid e che l’hanno superato, l’Iss raccomanda al personale sanitario di raccogliere le cosiddette evidenze della passata infezione: “In assenza di questa evidenza di positività al tampone, si raccomanda che l’informazione anamnestica relativa a una pregressa infezione venga raccolta nel modo più completo e dettagliato possibile”.

Nella nota ministeriale a proposito dei soggetti già contagiati dal Covid si precisa quindi che nel corso dell’anamnesi si deve precisare quando si è contratto il Covid, menzionando anche i sintomi, per programmare correttamente i tempi e le modalità della vaccinazione degli ex contagiati.

L’Iss ha fatto presente che le linee guida su tale tema potrebbero subire delle modifiche, nel caso in cui dovessero diffondersi delle varianti di infezioni di Sars-CoV-2 caratterizzate da un maggiore rischio di nuova infezione.

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