Un recente studio, pubblicato lo scorso 15 aprile 2021, sulla prestigiosa rivista scientifica “Frontiers in Medicine” ha rilevato che grazie ad un semplice esame del sangue è possibile rintracciare un biomarcatore indispensabile per la meningite batterica.
Con questo esame predittivo è possibile dunque individuare nei soggetti colpiti da forme batteriche della malattia del sistema nervoso centrale possibili complicanze gravi tra cui il decesso. Questa sindrome infettiva del sistema nervoso centrale, che può essere causata da virus, batteri o funghi, sorge in caso di infiammazione delle meningi ossia delle membrane protettive che rivestono l’encefalo ed il midollo.
Lo studio giunto a tale conclusione, dal titolo “D-dimero come biomarcatore per la previsione precoce degli esiti clinici in pazienti con infezioni invasive gravi dovute a Streptococcus Pneumoniae e Neisseria Meningitidis”, ha visto la partecipazione anche della Medicina interna dell’ospedale Lotti di Pontedera, diretta dal dottor Roberto Andreini.
Meningite: un esame del sangue permette di rilevare un marker predittivo di gravi complicanze
Il team di ricercatori ha scoperto così il ruolo predittivo del biomarcatore D-dimero come illustrato dal dr. Simone Meini, medico della Medicina interna di Pontedera. Il dr. Meini, primo nome della pubblicazione, ha spiegato qual è il ruolo del marker nel contesto di questo quadro patologico, ovvero quello di essere un predittore di mortalità in caso di meningite batterica.
Lo studio clinico ha analizzato un campione di 270 pazienti, i quali sono stati monitorati presso l’ospedale Cotugno di Napoli. La struttura ospedaliera partenopea non è la sola ad aver preso parte alle indagini, visto che lo studio italiano ha coinvolto anche il Cnr di Pisa e la clinica infettivologica di Udine, diretta dal professor Carlo Tascini.
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Il dr. Simone Meini ha annunciato quali sono stati i risvolti a cui è giunto studio sulla meningite batterica, come riportato sulle colonne dell’ANSA: “Ciò che abbiamo osservato è che la misurazione su un prelievo di sangue, eseguito nelle prime 24 ore, del D-dimero ha permesso di individuare quei pazienti affetti da meningite meningococcica a più alto rischio di mortalità e complicazioni, accertando nel valore di 7000 nanogrammi per millilitro il livello sopra il quale il rischio aumenta moltissimo”.
L’esperto ha poi concluso il suo intervento sottolineando la grande importanza nella diagnosi di un semplice esame: “Poter inquadrare precocemente, attraverso un semplice test su sangue, disponibile rapidamente e a basso costo in tutti i laboratori, i pazienti, spesso giovanissimi, a diverso rischio di mortalità e complicazioni, rappresenta un importante passo avanti per la loro appropriata gestione”.
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