Dal punto di vista clinico, si definisce trombosi la formazione di un coagulo di sangue dentro un vaso sanguigno.
La formazione di un trombo all’interno di un vaso sanguigno è una condizione potenzialmente pericolosa, perché è la causa di circa 400mila morti ogni anno in Italia.
La trombosi può avere un esito nefasto visto che espone al rischio di morte, poiché i coaguli di sangue ostruiscono le vene e le arterie ,ostacolando la normale circolazione del sangue.
Il paziente infatti viene esposto a gravi complicanze quali: infarto, ictus, embolia polmonare.
Le statistiche rivelano che sono soprattutto le donne in menopausa ed essere maggiormente colpite da episodi di trombosi arteriosa o venosa.
Si parla di trombosi arteriosa se il coagulo coinvolge un’arteria, la forma venosa invece si registra quando il trombo interessa una vena.
Anche la sede colpita è diversa, dal momento che le forme venose, superficiali o profonde, coinvolgono soprattutto gli arti inferiori.
Gli eventi arteriosi di solito sono correlati alla condizione di aterosclerosi ed espongono spesso al rischio di infarto o di ictus.
Tra le principali cause della formazione di coaguli si menzionano quei fattori che determinano una significativa alterazione dell’equilibrio nella coagulazione del sangue.
Come nel caso di: prolungata sedentarietà, traumi, obesità o sovrappeso, interventi chirurgici, immobilità del corpo.
Tra i fattori eziologici ci sono anche delle malattie quali: anomalie nel processo di coagulazione; disturbi di tipo ereditario; problematiche legate al post parto; problemi di pressione, vene varicose.
Tra gli altri fattori di rischio si segnalano: l’assunzione di alcuni farmaci, il fumo, la pillola anticoncezionale, la terapia ormonale sostitutiva.
Come riconoscere la trombosi: il quadro dei sintomi
Il principale campanello d’allarme che segnala una trombosi è rappresentato dal prolungato dolore in corrispondenza di una vena, che tende a colpire con maggiore frequenza le gambe, le braccia ma anche altre sedi.
A questo sintomo si associano altre manifestazioni tipiche quali: sensazione di calore, arrossamento, bruciore, gonfiore, intorpidimento e talvolta indurimento della vena.
In caso di trombosi venosa profonda qualche volta non sorge alcun sintomo, oppure il soggetto può lamentare soltanto un generico dolore agli arti inferiori.
In alcuni casi si palesano altre manifestazioni da non sottovalutare come: mal di testa, febbre, fiato corto, dolore a livello del torace, tachicardia, tosse persistente.
In presenza di questa sintomatologia, anche se lieve, è opportuno consultare il proprio medico curante: la tempestività è fondamentale soprattutto nel caso di trombosi venosa profonda, per evitare una complicanza grave come l’embolia polmonare.
Trattamenti di cura e prevenzione
Per identificare una trombosi in corso il paziente viene sottoposto a delle indagini specifiche a partire dall’esecuzione di un ecocolordoppler: con quest’esame non invasivo si controlla il flusso del sangue per rilevare un eventuale problema.
Le condizioni che non destano troppe preoccupazioni si trattano prescrivendo una terapia con farmaci anticoagulanti, è fondamentale seguire le prescrizioni mediche.
Se la trombosi ha colpito una gamba il consiglio è quello di indossare delle calze elastiche da associare talvolta all’assunzione di antidolorifici.
Ma la trombosi si può prevenire con le dovute accortezze partendo dall’adozione di uno stile di vita sano, che prevede una dieta ben bilanciata, a base di frutta e verdura riducendo l’apporto di sale.
Un regime alimentare equilibrato si deve poi associare ad una regolare attività fisica.
È decisivo tenere sotto controllo il peso, ma anche evitare la sedentarietà ed un abbigliamento troppo stretto.
Tra le altre raccomandazioni da seguire è bene eliminare il fumo e l’alcool, ma anche adottare altri piccoli accorgimenti quali: limitare il sole sulle gambe in caso di soggetti a rischio, tenere i piedi in alto quando si dorme, indossare calze elastiche.
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